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Conferenza “L’arte pubblica a Grosseto tra storia e memoria della bonifica” – Comunicato Stampa

L’Associazione Archeologica Maremmana, a seguito dell’uscita nelle librerie della propria ultima pubblicazione edita dalla casa editrice Effigi, “La città che diventa città”, ha programmato per il corso del 2025 una conferenza al mese, tenuta da ogni autore del volume, al fine di illustrare nel dettaglio i singoli capitoli che la compongono.

Il quarto appuntamento è per venerdì 4 aprile alle 16,00 nell’Aula Magna del Polo Universitario (via Ginori) con le storiche dell’arte Marcella Parisi ed Elena Vellati coautrici del volume, la cui conferenza tratterà delle “L’arte pubblica a Grosseto tra storia e memoria della bonifica”. Le relatrici affronteranno, nelle loro relazioni, una storia non del tutto conosciuta sui monumenti cittadini.
La storia civile della Grosseto contemporanea sembra iniziare, dopo un’interruzione secolare, dalla metà dell’Ottocento, frutto dell’opera riformatrice leopoldina che crea la Provincia inferiore senese e assegna la funzione di capoluogo a Grosseto a partire dal 1766. Si forma una classe dirigente che inizia a dare una dimensione laica e identitaria al proprio municipio: il primo segnale di una inversione di rotta è dato dall’impegno per l’edificazione del monumento a Canapone, riconducibile alla prima metà dell’Ottocento, che aprirà la strada alla realizzazione di monumenti anche dopo l’Unità di Italia.
L’erezione di un’opera d’arte pubblica in città si colloca quindici anni prima dell’Unità d’Italia, a celebrare un sovrano straniero e assoluto, in virtù della sua benevolenza per il territorio. È il primo indicatore dell’attenzione verso gli eroi della bonifica e ponendo nei suoi protagonisti l’atto fondativo della comunità, alla quale si assegna una nuova dignità di civitas.

Tra i fondatori della Grosseto contemporanea figurano anche gli “eroi della bonifica”, attualmente disseminati in vari luoghi della città. Insieme alla scultura di Magi, questo nucleo memoriale merita una riflessione, proprio per le peculiarità che offre nel rapporto cittadinanza-arte-memoria: il busto di Alessandro Manetti, oggi nell’omonima via, i medaglioni raffiguranti Leonardo Ximenes, Pio Fantoni, Sallustio Bandini in via Ximenes e il medaglione dedicato a Giacomo Grandoni visibile nei pressi dell’ingresso dello Stadio Zecchini a Grosseto. Tutte queste opere erano state pensate come disegno decorativo unitario da porre all’interno della sala consiliare del Municipio grossetano, all’indomani della sua costruzione: “un piccolo Panteon degli uomini che si resero benemeriti verso questa città» come si legge nell’estratto di delibera del Comune di Grosseto del 4 aprile 1876.

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